mercoledì 26 giugno 2013

Filetti di tonno con cipolle di Tropea

Ancora non ci credo, ma ho mangiato le cipolle!
Chi mi conosce sa bene che non ho mai sopportato il loro sapore e quando proprio le dovevo usare, ad esempio per fare un sugo saporito, ho sempre cercato di camuffarne il sapore tagliandole molto finemente e sciogliendole nell'olio ben caldo insieme a un'abbondante spolverata di sale che ne smorzasse la forza.
Per questo devo ringraziare Alessandro, il cugino di mia moglie, che ospitandoci a casa sua in Toscana ci ha proposto per pranzo questo piatto.
All'inizio ho avuto grossissime perplessità mentre  lo vedevo tagliare un numero spropositato di cipolle, ma alla prova assaggio ho scoperto che le cipolle di Tropea sono veramente tutt'altra cosa rispetto a quelle comuni.

Tornato a casa ho voluto provare a ripetere la ricetta che ho visto fare. La preparazione è molto semplice.

Per 2 persone servono:
4-6 cipolle rosse di Tropea (dipende dalla grandezza)
5-6 filetti di acciughe sott'olio (anche più, se piacciono)
1-2 cucchiai di capperi dissalati
2 filetti di tonno (i miei erano surgelati)
olio extravergine di oliva




Preparazione



Pulisco le cipolle togliendo le brattee esterne, che sono più coriacee; poi le taglio a metà e quindi a fettine molto sottili.




In una padella unta con un poco di olio extravergine metto 5-6 filetti d'acciuga sott'olio e poi un paio di cucchiai (scarsi) di capperi ben dissalati (ma si possono usare anche quelli in salamoia). Dopo qualche minuto, quando i filetti d'acciuga si sono disfatti, aggiungo le cipolle che lascio cuocere a fiamma media tenendole coperte e girando di tanto in tanto.



Quando le cipolle si sono ammorbidite e cominciano ad imbiondirsi (dopo circa 15-20 minuti), aggiungo i filetti di tonno. I miei filetti erano surgelati e li ho messi in padella ancora ghiacciati. Ho coperto la padella e lasciato cuocere inizialmente a fiamma medio alta; poi, quando si sono completamente scongelati, ho abbassato un po' il fuoco e li ho fatti cuocere per un altro quarto d'ora circa.



A cottura ultimata trasferisco i filetti su un piatto di portata e li guarnisco coprendoli con queste dolcissime e saporitissime cipolle di Tropea.


Grazie Alessandro per avermi 'costretto' a fare questa incredibile piacevolissima scoperta!




venerdì 21 giugno 2013

Caesar salad alle Acciughe con Tartare di manzo

Preso da un insano inaspettato entusiasmo per la Caesar salad classica, oggi ho voluto provare una versione completamente differente: con le acciughe ed accompagnata da una Tartare di manzo.

Non ho mai preparato una tartare di carne, ma le numerose proposte apparse recentemente sul web mi hanno fatto venire voglia di provarla. E così ho pensato che avrei potuto utilizzarla per fare una Caesar salad personalizzata... Sì, incredibile ma vero, questo mese partecipo alla pazza sfida dell' MTC con due ricette: questa è la seconda!



Dunque procediamo con ordine.

Preparazione della Tartare di manzo
Come tipo di carne ho utilizzato una fettina di 'rosa', che è la parte della coscia da cui si ricavano le bistecche. L'ho fatta tagliare direttamente dal macellaio che prima l'ha ridotta a striscioline e poi a pezzetti abbastanza piccoli con successivi e ripetuti tagli trasversali.
Ho poi messo in una ciotola i seguenti ingredienti (dosi orientative):

  • il succo di 1 lime + 1/2
  • 1 cucchiaino di senape di Dijon
  • 1 cucchiaino di erba cipollina (presa dal barattolo, ma fresca è meglio)
  • 1 cucchiaino di sale rosa dell'Himalaya
  • un paio di cucchiai di olio extra vergine


Con una forchetta amalgamo tutti gli ingredienti e poi ci immergo la carne; la giro bene nella marinata e poi la metto a riposare in frigorifero per non più di mezz'ora (il tempo di preparare il resto).

Preparazione dei crostini e della loro salsa
Ho tagliato a fette un pezzo di filoncino sciapo; ho tostato 4 fette con un tostapane, le ho quindi tagliate a strisce e poi, con le mani, a cubotti.

Per preparare la salsa ho usato i seguenti ingredienti (le dosi sono sempre orientative perché vado spesso a occhio):

  • 1 uovo intero crudo
  • 1 spicchio di aglio schiacciato con lo spremiaglio
  • 1 cucchiaino di salsa Worchestershire
  • 1 cucchiaino di sale rosa dell'Himalaya
  • 1/2 cucchiaino di senape di Dijon
  • una girata di pepe nero
  • olio extra vergine d'oliva
  • 1 cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato
  • il succo di 1 lime
Metto l'uovo e gli altri condimenti in una ciotola (naturalmente se non si ha il sale rosa, va bene ugualmente il sale normale). Con una frusta comincio ad amalgamare tutto e poi aggiungo l'olio a filo come si fa per la maionese; quando l'emulsione è abbastanza ispessita aggiungo il parmigiano e, per ultimo, il succo spremuto di 1 lime. Continuo a girare con la frusta ed infine immergo i crostini di pane nell'emulsione.



Preparazione dell'insalata

Lavo ed asciugo molto accuratamente una decina di foglie di lattuga romana e le riduco con le mani in 3-4 pezzi.
Metto le foglie a pezzi in una insalatiera.
Aggiungo: un cetriolo ridotto a fettine sottilissime con una mandolina, 5-6 filetti di acciuga sott'olio ben scolati e ridotti a pezzi più piccoli, un cucchiaio di capperi sotto sale dissalati e tagliati grossolanamente.

Per insaporire ho poi incorporato:
1 cucchiaino di Gomasio e 1/2 cucchiaino di Sumak.


Per chi non lo sapesse, preciso che il Gomasio è un condimento composto da semi di sesamo tostati e poi macinati, mescolati con sale marino integrale nella proporzione di circa 10-12 parti di sesamo per ogni parte di sale.




Il Sumak (Sommaco), invece, è una spezia dal sapore leggermente agrumato che si ricava dai frutti di un arbusto della famiglia delle Anacardiacee; sono di colore rosso intenso e vengono normalmente raccolti prima della loro completa maturazione, lasciati essiccare e quindi macinati. E' facilmente reperibile nei mercatini mediorientali, ma noi lo possiamo trovare nei più importanti negozi di spezie.

Naturalmente, se non si hanno a disposizione, questi due ingredienti possono venire sostituiti con del comune sale da cucina mescolato con semi di sesamo od altro.

Aggiungo infine qualche scaglia di parmigiano reggiano tagliato sottilmente con un pelapatate  e condisco con uno o due cucchiai di olio extra vergine, evitando che l'insalata resti troppo unta.






Assemblaggio della Caesar salad



Preparo dapprima la Tartare di manzo mettendo in un coppapasta un primo strato di carne marinata che comprimo bene con il dorso del cucchiaio; ci metto sopra 1 o 2 fettine sottilissime di lime  e continuo quindi con un secondo strato di carne.
Comprimo ancora un po', quindi sfilo delicatamente la formina e guarnisco con altro lime, un paio di fettine di cetriolo ed una spolverata di gomasio.



Dispongo quindi tutto intorno l'insalata già condita con gli aromi e le scaglie di parmigiano.



Aggiungo infine i crostini di pane a completamento di questa particolare insalata.




Ed ecco qui sopra la mia personale Caesar salad alle Acciughe e Tartare di manzo.




domenica 16 giugno 2013

Caesar Salad classica

Questo mese la sfida dell'EmmeTiCi ci fa viaggiare nel tempo e ci porta al periodo della Grande Ristorazione della Belle Epoque, quando fare un'insalata era un trionfo di bravura ed un capolavoro di grandissima raffinatezza.
E poco importa se la Caesar Salad, che è il tema della sfida di questo mese, nasce un po' più in là, intorno alla metà degli anni '20 del secolo scorso, cioè in quegli anni ruggenti vissuti al ritmo indiavolato del fox-trot e immortalati da F. S. Fitzgerald nel suo capolavoro 'Il grande Gatsby', l'opera che poi è stata ripresa dal cinema e che in questi giorni possiamo rivedere sul grande schermo.



La Caesar Salad è stata creata dallo chef italiano Cesare Cardini quando emigrò con alcuni fratelli negli Stati Uniti. E' una ricetta abbastanza semplice, che può fare da piatto unico, in quanto contiene insalata, pane e petto di pollo, il tutto condito con una gustosa salsina. Per questo si è velocemente diffusa ed internazionalizzata, tanto che si contano numerose versioni.

Il baldo Cozzaman, alias Leonardo, che ha vinto la sfida di maggio dopo aver pulito la bellezza di 7 chili di cozze in 7 giorni per fare la sua Taieddhra, ci propone la ricetta svelata a Julia Child da Rosa Cardini, la figlia di Cesare, che la stessa Child ricordava di avergli visto preparare quando, negli anni Cinquanta, fu ospite nel ristorante dello chef a Tijuana in Messico: senza acciughe e con la salsa preparata espressa, con l'uovo fatto bollire per un minuto.
In alternativa il buon Leo ci propone anche la ricetta classica con il pollo.

Dico la verità: sono un grande amante di insalate! Amo tanto le insalate fresche, quanto invece non mi piacciono quelle fatte con le verdure cotte. Ciononostante non conoscevo la Caesar Salad e questa è stata la mia prima preparazione. Per non sbagliare troppo faccio la versione classica con il pollo.

Leggo attentamente le istruzioni di Leo insieme a quelle del regolamento specificate da Ale e Dani e subito mi sorgono varie perplessità: ma come sarà mai un'insalata condita con uovo crudo ed arricchita con dei crostini di pane e pezzi di pollo? Per saperlo bisogna farla, ... e allora all'opera!

L'insalata
Preparo l'insalata, che è la materia prima di base, scegliendo le foglie migliori e più tenere di una pianta di lattuga romana freschissima, appena colta dal campo (niente supermercato). Le lavo con cura, le asciugo accuratamente e le dispongo su di un canovaccio pulitissimo.















Il condimento
In una terrina dispongo i seguenti ingredienti:

  • Il succo di 1 lime + 1/2;
  • 1 cucchiaino di salsa Worchestershire;
  • 1 uovo intero bollito per un minuto esatto + 1 tuorlo crudo;
  • 1 cucchiaino di sale rosa dell'Himalaya;
  • 1/2 cucchiaino di senape di Dijon;
  • una spolverata di pepe macinato al mulinello;
  • 1 cucchiaio colmo di parmigiano reggiano grattugiato.
Con una frusta comincio ad amalgamare tutto e poi aggiungo a filo l'olio come per una maionese fino a che la salsa risulti abbastanza densa ed omogenea.


I crostini
Per fare i crostini ho usato un tipo di pane che a Roma chiamiamo pane arabo, che è caratterizzato da una crosta soffice, bianca, sottile e rugosa.

L'ho tagliato a metà e poi a strisce non troppo lunghe, né troppo sottili.




Ho poi preparato il condimento per abbrustolirli.
Ho messo in un mortaio due spicchi d'aglio spellati, un cucchiaino di sale grosso ed una girata di pepe nero macinato al mulinello; ho schiacciato i vari ingredienti con il pestello fino a ridurli a crema ed ho poi aggiunto a filo qualche cucchiaio di olio extra vergine.

Riverso l'emulsione  in una padellina, lascio scaldare a sufficienza e ci faccio abbrustolire i pezzi di pane.



Nella stessa padellina ci abbrustolisco poi i petti di pollo già tagliati a striscioline abbastanza sottili.






Preparazione della Caesar salad
Con le mani taglio le foglie di lattuga a metà e le dispongo sul fondo di una ciotola.
Immergo i crostini di pane nella terrina contenente il condimento all'uovo e li dispongo poi sopra l'insalata. Lo stesso faccio con i pezzi di pollo abbrustoliti.
Con un pelapatate ricavo un certo numero di scaglie di parmigiano reggiano che dispongo sopra  gli altri ingredienti.
Con un cucchiaio verso sull'insalata il condimento rimasto e giro tutto molto dolcemente, mantenendo la lattuga sul fondo del piatto.
Ed ecco la mia Caesar salad




Osservazioni
Questa insalata è stata utilizzata come piatto unico per un pranzo estivo in terrazza ed è stata una vera piacevolissima sorpresa.
I sapori erano ben assortiti, con il lime che stemperava quello dell'uovo che non è mai risultato invadente. Il pepe e la senape davano la giusta piccantezza, esaltando e non coprendo il sapore dei crostini di pane e del pollo, mentre la lattuga romana dava freschezza all'insieme.
Le dosi sono risultate ottimali per un pranzo completo che alla fine ci ha saputo donare un piacevole senso di sazietà, ma non di pesantezza.
Questa insalata è stata accompagnata da un buon vino bianco toscano a base di Chardonnay e Pinot grigio.





Grazie Leo Cozzaman per averci dato l'opportunità di gustare un piatto così prelibato!


p.s. Ovviamente con questa ricetta partecipo alla sfida di giugno dell'MTChallenge.





sabato 15 giugno 2013

Due premi invece di uno

Finalmente mi decido a ringraziare le mie carissime amiche Eli del blog zuccheropandizucchero e Imma di cucinaconimma che entrambe mi hanno omaggiato di questo bel premio.



Volevo farlo in occasione della pubblicazione di un mio nuovo post, ma invece per un motivo o per l'altro ancora non riesco a scrivere niente di nuovo.
Tra l'altro sto entrando nella fase meditativa che precede sempre la realizzazione della ricetta della sfida dell' MTChallenge  di giugno.
Ma non mi voglio sottrarre agli impegni legati al premio e rispondo alle domande di entrambe.

Le domande di Eli.

Lavori o studi? - Né l'uno né l'altro, sono pensionato.

In che città vivi? - Roma.

preferisci il dolce o il salato? - Dolce, ma non tanto se no si alza la glicemia.

Ballerine o scarpe con il tacco? - Essendo un maschietto, direi tacco basso.

pantaloni o gonna? - Ehm, direi pantaloni.

cioccolato fondente o bianco? - Fondente, ma mi piace anche il cioccolato bianco.

Ligabue o Vasco Rossi? - Ligabue.

Musica italiana o straniera? - Mi piace tutta la musica, ma con quella italiana capisco le parole.

Accompagnata/o o single? - Accompagnato? Forse dovrei dire Sposato.

Birra o Vino? - Vino rosso, la birra in pizzeria.


Dove vai in ferie? - In genere al mare, ma non sempre.

Ed ora le domande di Imma.

Perché questo nome al tuo blog? - Perché è destinato principalmente  ai poco esperti ai quali voglio offrire tutti gli strumenti utili a realizzare dei buoni piatti.

Il tuo hobby principale? - Non saprei, mi piace fare tante cose (andare a spasso, vedere qualche buon film, leggere, cucinare, ecc.) ma non ce n'è una in particolare che prevalga.

Qual'è il tuo piatto forte in cucina? - I maccheroni, cioè la pastasciutta condita in tante maniere, ma preferibilmente col pomodoro: semplice e buonissima.

Ti piace leggere?  - Sì, ma leggo più articoli tecnici o di attualità che romanzi.

Come ti descriveresti? - Seguo il principio del 'vivi e lascia vivere', ma nessuno deve travalicare i confini del lecito a scapito di qualcun altro (le regole della convivenza civile vanno rispettate sempre).

Qual'è il tuo sogno? - No, se vivi di sogni non sarai mai felice! Però puoi avere degli ideali: onestà, amicizia, lealtà, ecc.

Animale preferito? - Mi piacciono i gatti, ma in casa terrei un cane che te lo porti dietro facilmente anche quando ti sposti.

La cosa che più ti fa arrabbiare? - La gente in macchina che va piano (liberissima di farlo), ma che sta sempre nella corsia centrale o addirittura in quella di sinistra.

La colonna sonora della tua vita è.....? - Non saprei proprio! Ricordo con nostalgia le canzoni di quando avevo 18 anni: Adamo (fine Anni '60), oppure Rain and Tears degli Aphrodites Child (1968).




Cosa ne pensi del mio blog? - Lo trovo molto interessante: vi traspare la passione che ci metti e le ricette sono spiegate molto bene.

E con questo finisco e vi saluto. Il premio l'ho già assegnato in una precedente occasione e non mi ripeto.
Alla prossima!



martedì 11 giugno 2013

Insalata ricca di pomodori

Ora che finalmente il tempo è migliorato e comincia pure a fare caldo (però, per godere un gradevole venticello che entrava dalla finestra, mi sono beccato un bel raffreddore), cosa c'è di meglio di una buona insalata di pomodori?
Però quest'insalata l'ho voluta arricchire un po', ma senza appesantirla, per poterla usare come secondo piatto dopo aver mangiato un buon primo.

I principali ingredienti li vedete nella foto qui sotto



Per 2 persone ho usato:

  • 4 pomodori verdi e rossi di medie dimensioni
  • 4 filetti di acciuga sott'olio
  • una decina di olive nere snocciolate
  • un ciuffo di basilico
  • olio evo
  • gomasio per insaporire (quello nella tazzina e nel barattolo)
  • un po' di ricotta solida grattugiata 
Se qualcuno non conoscesse il gomasio (o gommasio), lo informo che è stata una mia recente scoperta che ho trovato in un negozio di alimenti biologici. Si tratta di un condimento composto da semi di sesamo tostati e poi macinati, mescolati con sale marino integrale. La proporzione tra i due componenti può variare anche di molto, ma in genere si aggira intorno a 10-12 parti di sesamo per ogni parte di sale.
Il sesamo sembra sia uno dei primi semi oleosi coltivati dall'uomo ed è ricco di proteine, sostanze grasse e minerali; oltre a regolare l'intestino, sembra che eserciti un benefico influsso sulla memoria e sulla lucidità di spirito.

Tornando all'insalata, ho tagliato a metà i pomodori, li ho privati delle parti bianche e dei semi e li ho poi tagliati a fettine abbastanza sottili.
Ho aggiunto poi le olive nere tagliate a rondelle, i filetti di acciuga spezzettati a mano, qualche foglia di basilico tagliata a mano, 2-3 cucchiai d'olio extra vergine ed una bella grattugiata di ricotta solida.


Aggiungo poi un paio di cucchiaini di gomasio (non troppo perché ci sono le acciughe che danno sapore)


ed ecco preparata in pochissimi minuti una saporitissima insalata di pomodori pronta per essere gustata.









lunedì 10 giugno 2013

Conosciamoci con


Conosciamoci con è una bella iniziativa che ha lanciato Linda del blog Una famiglia ai fornelli a cui aderisco con piacere.


Lo scopo è quello di avere l'opportunità di conoscere nuovi blog e nuove persone e anche di farci conoscere a nostra volta.

Queste sono le regole per partecipare:

  • Diventare follower di La mia famiglia ai fornelli se non lo siete già
  • Lasciare il link della vostra pagina nei commenti del post di Linda che poi provvederà ad aggiornare la lista dei partecipanti
  • Visitare almeno 2 blog che partecipano all'iniziativa, lasciare un commento e, se volete, diventare followers
  • Condividere sul vostro blog l'iniziativa parlandone in un post, più l'iniziativa sarà conosciuta più nuovi amici potremo conoscere!
  • Inserire il banner nel vostro blog
Aderite anche voi all'iniziativa: più siamo meglio ci conosciamo!


venerdì 7 giugno 2013

Premio dell'amicizia blogger

Ricevo dalla carissima Consuelo del blog i biscotti della zia  questo premio carinissimo che ci parla di amicizia.
Io sono molto affezionato alla zia Consu e la ringrazio veramente di cuore.
Per quei pochi che ancora non la dovessero conoscere dico che ha un blog molto bello ed in continua evoluzione, perché quasi non passa giorno senza che pubblichi qualche interessante ricetta; inoltre è molto attiva anche nei blog degli altri dove interviene sempre con qualche simpatico commento!


Naturalmente il premio prevede delle regole: una di queste è che bisogna dire 7 cose di sé. Eccomi dunque all'opera!

  1. Sono pensionato, ma non mi annoio e le giornate mi passano in un baleno.
  2. Non mi sento arrivato: so di non sapere tante cose ed ho ancora voglia di imparare.
  3. Mi piace camminare: tempo permettendo faccio lunghe passeggiate per il quartiere e, almeno una volta alla settimana, vado in centro a fare il turista.
  4. Sto volentieri anche a casa: la mia casa non è grande ma è abbastanza confortevole; le mattine d'estate, quando non c'è troppa gente, frequento spesso la piscina condominiale.
  5. Ho sempre tenuto la schiena dritta ed ho sempre fatto valere le mie ragioni con educazione, ma con fermezza.
  6. Da giovane ero piuttosto timido, ora non più; anzi, mi piace parlare anche con gente che non conosco ed avere buoni rapporti con gli altri.
  7. Sono fondamentalmente ottimista, ma anche realista perché non ho mai voluto vivere di sogni.
Ora dovrei consegnare questo premio ad altri 15 followers. Per non fare torto a nessuno anche stavolta ho deciso di donarlo ai primi 15 lettori che verranno a ritirarlo da me, avvisandomi qui con un loro commento.


Buon premio a tutti!


mercoledì 5 giugno 2013

Venga a prendere il caffè da noi

Il titolo di questo post richiama un film di Alberto Lattuada del 1970 in cui Ugo Tognazzi interpreta la parte di un funzionario del Ministero delle Finanze che, giunto in età matura, decide di sposarsi con una delle tre sorelle ereditiere del paese (Luino, sul Lago Maggiore). Tornato dal viaggio di nozze, si stabilisce nella casa delle tre donne, dove viene coccolato e riverito. Con l'andar del tempo, in piena armonia domestica e senza trascurare la moglie, il padrone indiscusso della casa diviene amante delle altre due sorelle. Una notte, dopo i vari incontri amorosi, decide di fare visita anche alla giovane domestica, da cui è fortemente attratto. Durante l'approccio viene colto da malore e finisce in carrozzella, muto, ma servito e riverito da tutte e quattro le donne. (Qui sotto il video)



Tutto questo sproloquio perché oggi dedicherò questo post al caffè, che è una bevanda molto apprezzata da noi italiani, e che spesso amiamo consumare come conclusione di un buon pasto.
Purtroppo capita non raramente che un ottimo pranzo venga rovinato da un pessimo caffè. E così ho deciso di fare una chiacchierata su come fare un buon caffè con la moka, la macchinetta inventata nel 1933 da Alfonso Bialetti e che tutti abbiamo in casa.




Tutti sappiamo com'è fatta una moka e non mi dilungo a descriverla. Voglio però sottolineare che la macchinetta va tenuta sempre pulita, lavandola solo con acqua tiepida o fredda e mai con detersivi per non alterare il sapore del caffè. Gli eventuali residui di caffè, specialmente quelli che rimangono nei fori del filtro, possono venire rimossi usando uno spazzolino.

Per fare un buon caffè, come piace a noi italiani, bisogna considerare tre elementi fondamentali:

  1. La qualità del caffè;
  2. L'acqua;
  3. La tecnica di preparazione.
Qualità del caffè.

Il caffè che si usa maggiormente può essere di due tipi: Arabica e Robusta. 
Le differenze più significative sono nel contenuto di oli (arabica 18%, robusta 9%), di zuccheri (8% contro 5%) e di caffeina (arabica 0,9%-1,7%; robusta 1,6%-2,8%).

L’arabica è la specie maggiormente diffusa (se ne conoscono 140 varietà): cresce in terreni ricchi di minerali, meglio se di origine vulcanica, tra i 600 ed i 2.000 metri di altitudine. Il suo caffè è più aromatico perché ha oli in maggiore quantità e più fini, è più dolce perché ha più zuccheri ed è meno amaro avendo un minor contenuto di caffeina.
La robusta (come dice il nome) è più resistente: cresce dal livello del mare ai 1.000 metri ed il suo caffè è più corposo, meno delicato e più astringente.
Commercialmente l’arabica è normalmente più caro della robusta.
La robusta sopporta meno le temperature elevate (anche per il minor contenuto di oli), la sua crema è più spessa, e l’espresso che si ottiene ha più corpo, ma anche meno finezza.
Questo tipo di caffè è particolarmente indicato per la preparazione dei dolci, mentre il chicco, più duro, si usa come 'mosca' per insaporire liquori come la sambuca.
Per contro, un espresso preparato con un caffè arabica si presenterà con una crema delicata e lucida di color nocciola scuro e delicatamente tigrata. Sarà giustamente denso al palato, di sapore proprio, con una delicata acidità aromatica e gradevolmente amaro.

Il torrefattore da cui mi rifornisco prepara una miscela di arabica con 7 diverse provenienza (Brasile, Messico, Perù, Etiopia, ecc.) perché, secondo lui, una miscela ottimale si ottiene utilizzando un tipo di caffè come base, sul quale inserire note e/o contrappunti aromatici diversi utilizzando origini di maggiore pregio, o aventi caratteristiche complementari, capaci di generare un prodotto di una particolare finezza ed armonia.

Se invece si preferisce un caffè di maggiore corposità o che sia più cremoso si possono miscelare tipi di Arabica e di Robusta in proporzioni ottimizzate e personalizzate.

Riguardo alla conservazione della miscela i pareri sono alquanto discordi. In ogni caso il caffè in polvere va conservato in un contenitore perfettamente chiuso, evitando di esporlo all'aria e alla luce.
Contrariamente a quanto molti pensano, la conservazione in frigorifero non è proprio ottimale  perché la temperatura intorno ai 4-5 gradi provoca un raffreddamento troppo intenso degli oli e dei grassi contenuti, con conseguente resa poco efficiente del prodotto in tazza.
La temperatura ideale si aggira intorno ai 12-13 gradi costanti. Se in dispensa abbiamo temperature superiori conviene rifornirci di quantità piuttosto limitate di caffè, in modo che rimanga in barattolo per non più di una settimana.


Acqua.

L'acqua è essenziale per la buona riuscita del caffè.
In genere viene utilizzata l’acqua della rete idrica che, nella migliore delle ipotesi, è ricca di cloro, che odora ed ha un gusto sgradevole, ma a volte può contenere componenti indesiderate, quali l’arsenico, il piombo o lo zolfo.

Per fare un buon caffè abbiamo comunque bisogno di un’acqua che contenga una discreta quantità di sali minerali, senza tuttavia che la percezione gustativa sia troppo marcata.
Purtroppo dove ci sono sali minerali c’è anche il calcare che tende ad ostruire le tubature e gli orifizi della macchinetta.
Per questo bisogna trovare un giusto compromesso.

Per la produzione domestica del caffè si può ricorrere all'acqua dell’acquedotto correttamente depurata con appositi filtri, capaci di eliminare le impurità in sospensione ed il cloro, e di ridurre in modo controllato la presenza dei sali minerali.
In mancanza di un adeguato sistema di filtraggio, come nel mio caso, è consigliabile utilizzarla durante le ore di maggior consumo idrico (la mattina e il primo pomeriggio), quando la concentrazione di cloro e di altre sostanze è minima.
In alternativa si può usare un’acqua oligominerale in bottiglia con un discreto residuo fisso, normalmente indicato in etichetta.
Se l'acqua è dotata di una sufficiente presenza di sali si otterrà un caffè migliore, più cremoso e più dolce.

Tecnica di preparazione.

Riempire la caldaia di acqua fino a sfiorare la valvola di sicurezza, senza mai superarla; se viceversa il livello d'acqua sarà maggiore si otterrà un caffè lungo o molto lungo con un contenuto di caffeina proporzionalmente più elevato e dal sapore più amaro.

Riempire il filtro generosamente, distribuendo uniformemente la polvere di caffè, senza mai pressarla, formando una piccola cupoletta al centro.




Chiudere la caffettiera serrandola bene, abbassare il coperchio e metterla sul fuoco a fiamma media in modo che l’acqua si scaldi abbastanza rapidamente.

Appena il caffè comincia ad uscire, abbassare un poco il fuoco affinché l'acqua possa risalire lentamente attraverso la polvere di caffè estraendone gli aromi, e alzare il coperchio per evitare che il vapore si condensi e ricada nel bricco.
Spegnere il fuoco prima che il caffè sia completamente uscito (in pratica appena la moka comincia a 'borbottare').
Se resta un po' d'acqua nella caldaia non ci si deve preoccupare perché tutto quello che esce nella fase finale (la coda) può soltanto rovinare il caffè. Non lasciare mai bollire il caffè sul fuoco: questo lo brucerebbe, compromettendone la riuscita.

Mescolare il caffè raccolto nel bricco per omogeneizzare il liquido più concentrato uscito all'inizio con quello più diluito della fine.

Gustare il caffè caldo, appena uscito, versandolo in tazzine di porcellana con l'interno di color bianco per poter valutare ogni minima tonalità di colore; la forma deve essere preferibilmente troncoconica per esaltare gli aromi del caffè e convogliarli verso il naso.




Caffè amaro o zuccherato?
Quando la miscela è buona ed il caffè è stato correttamente estratto,  non ci dovrebbe essere bisogno di aggiungere zucchero perché gli oli essenziali che giungono nella tazzina in milioni di piccole gocce vanno a saturare i recettori presenti sulla nostra lingua, facendo sì che la mancata sensazione di amaro possa venire scambiata per dolcezza.
Tuttavia ognuno di noi ha gusti ed abitudini particolari e pertanto l'aggiunta dello zucchero diventa una scelta molto soggettiva. L'unica regola da rispettare è che non bisogna mai dolcificare il caffè al posto degli ospiti.



Se piace, possiamo preparare una cremina dolcissima di caffè che simuli quella che si ottiene al bar con la macchina espresso.
Il procedimento è semplicissimo.
Si mette qualche cucchiaino di zucchero in una tazzina e ci si versano sopra poche gocce di caffè appena comincia a venire su (quello più scuro e denso).


Con un cucchiaino si gira quindi  a lungo e molto energicamente fino ad ottenere una crema dalla consistenza molto densa  e di un bel colore nocciola chiaro.
La cremina può essere disposta sul fondo della tazzina, prima di versare il caffè, oppure aggiunta dopo come si fa abitualmente con lo zucchero.







domenica 2 giugno 2013

Insalata ai tre cereali

Avevo in dispensa una confezione di 3 cereali che attendeva da tempo di essere consumata.
I cereali in questione erano: riso parboiled, farro perlato e orzo perlato; il tempo di cottura indicato nella confezione era di 12 minuti, senza ammollo preliminare.
Decido di farci un'insalata che si potesse consumare come antipasto, come primo o anche come contorno.
 


Per farla un po' più saporita decido di lessare i cereali in un brodo vegetale anziché in acqua.

Preparo quindi il brodo.
In una pentola abbastanza capiente metto i seguenti ingredienti:

  • 2 carote spellate
  • un grosso gambo di sedano
  • 2 foglie di alloro
  • 1 spicchio d'aglio incamiciato, leggermente schiacciato
  • un ciuffo di basilico
  • 2 chiodi di garofano


Lascio bollire a fuoco dolce per circa 15-20 minuti, poi tolgo le verdure e verso i cereali nel brodo.
Faccio bollire dolcemente per il tempo indicato, girando di tanto in tanto e schiumando la superficie del brodo ogni volta che se ne presentava la necessità.
Scolo quindi i cereali e li lascio raffreddare in una insalatiera.


Mentre i cereali si raffreddano preparo i vegetali per il condimento dell'insalata; a tale scopo ho usato:

  • 2 carote non troppo grosse spellate e tagliate a rondelle sottili con la mandolina
  • i gambi teneri dei germogli di sedano subito sotto le foglie, eliminando le foglie stesse e la base dei gambi  che è più coriacea; anche questi li riduco a rondelle sottili usando un coltello
  • un paio di cucchiai di olive nere snocciolate tagliate a fettine
  • un uovo sodo tagliato a spicchi

Mescolo tutto delicatamente e condisco con dell'ottimo olio extravergine di oliva: l'insalata è pronta!



Nota (lettura per soli adulti) - Non so se è una coincidenza, ma dopo averne mangiata una buona dose ho potuto constatare un piacevole e del tutto inaspettato effetto ... come dire? ... afrodisiaco! Merito dei 3 cereali o dei germogli teneri di sedano?
Nel dubbio invito le mie 'bloggaline' a provare con i loro mariti! ... Aspetto vostre notizie.