martedì 5 marzo 2013

Caponata


È un piatto dai mille sapori, tipico della cucina siciliana ma diffuso in tutta l’area mediterranea. È usato spesso come contorno o antipasto, ma può benissimo venire utilizzato come piatto unico a tutto pasto, accompagnato con un po’ di pane.

Il nome sembra derivare da ‘capone’, termine con il quale in alcune zone della Sicilia viene chiamata la ‘lampuga’ (nel Lazio il capone viene spesso chiamato ‘gallinella di mare’); si tratta di un pesce diffuso nelle acque tropicali e subtropicali dell’oceano, ma che è presente ed apprezzato anche nel Mar Mediterraneo.
Questo pesce veniva servito nelle tavole dell'aristocrazia condito con la salsa agrodolce tipica della caponata. Il popolo, non potendo permettersi di comprare questo pesce, lo sostituì con le economiche melanzane. E questa è la ricetta che è giunta fino a noi.


La caponata esiste in numerose varianti, a seconda degli ingredienti usati, ma in genere è costituita da un insieme di ortaggi fritti (per lo più melanzane), conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce.

Questo è un piatto che a me riesce particolarmente bene: mio cognato, che è siciliano, dice che buona come la mia non l'ha mai mangiata da nessuna parte. Sarà inoltre per merito della preparazione agrodolce, ma questo è uno dei pochissimi piatti in cui digerisco i peperoni senza il minimo problema.


la mia caponata con melanzane e peperoni rossi

Per fare la 'mia' caponata uso i seguenti ingredienti (per 4 persone).
  • 2 melanzane violette abbastanza grandi;
  • 2 peperoni (preferibilmente uno giallo e uno rosso);
  • 1 cipolla;
  • 1 costa di sedano;
  • 1 cucchiaio colmo di capperi sotto sale;
  • 60 g di uva sultanina;
  • 50 g di pinoli;
  • 100 g di olive snocciolate (nere, o anche verdi);
  • 250 g di polpa di pomodoro (o di passata);
  • ½ bicchiere di aceto bianco di vino;
  • 1 cucchiaio raso di zucchero;
  • Sale;
  • Olio di semi di arachide e di oliva extra vergine in parti uguali per friggere (1 litro ca.), + 3 cucchiai di olio evo per il soffritto.
Questa è la preparazione.
Lavare e tagliare le melanzane a cubettoni senza sbucciarle e metterle a friggere in abbondante olio ben caldo; io uso preferibilmente una miscela di olio e.v. di oliva e di arachidi che sono tipi di olio che resistono molto bene alle alte temperature. Scolarle e fare assorbire l’eccesso di olio ponendole in un recipiente su carta assorbente.


Lavare i peperoni (usarne di due colori differenti, es. uno rosso e l’altro giallo, ma io ho trovato solo quelli rossi); tagliarli a metà nel senso della lunghezza, privarli dei semi e delle parti bianche, farli a strisce e poi tagliarli a pezzi abbastanza grossetti. Friggerli nello stesso olio usato per le melanzane, toglierli quando si sono ammorbiditi e mettere anche questi su carta assorbente.


Intanto tritare non troppo finemente la cipolla e metterla a scaldare in una padella larga e capiente in poco olio e.v. d’oliva. Quando comincia ad ammorbidirsi, unire il sedano a pezzetti e una presa di sale.
Dopo qualche minuto aggiungere i capperi dissalati e sminuzzati grossolanamente (ma si possono usare anche interi), poi l’uvetta (non c'è bisogno di ammorbidirla nell'acqua), i pinoli interi, e le olive snocciolate.




Dopo un paio di minuti di cottura a fiamma media, aggiungere i peperoni e le melanzane, nonché un bel pizzico di sale (regolarsi con il sale in funzione dalla sapidità dei capperi).



Mescolare delicatamente, quindi versare mezzo bicchiere di aceto bianco.



Aggiungere infine un cucchiaio raso di zucchero.



Lasciare evaporare per qualche minuto a fiamma vivace girando di tanto in tanto, quindi incorporare la polpa di pomodoro (o la passata).



Coprire quindi la padella e lasciare cuocere per una ventina di minuti a fiamma bassa, mescolando delicatamente ogni tanto.

Spegnere il fuoco e lasciare riposare per qualche minuto.

Se viene consumata come piatto unico conviene mettere sul fondo del piatto un po' di pane tostato ridotto a quadratini. Volendo, come guarnitura, si possono spargere un po’ di pinoli in superficie.


La caponata è buona calda, tiepida o anche fredda. Se avanza, cosa poco probabile, può andare bene anche per il giorno dopo.


15 commenti:

  1. Non la mangio da tanto, che buona...la mangerei ora più che volentieri!!

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    1. Anch'io non la facevo da tanto, ma oggi me la sono proprio gustata!

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  2. Invidio tuo cognato che l'ha potuta assaggiare!
    Io ne faccio una versione alleggerita senza friggere le verdure ma la tua deve essere divina!
    Complimenti
    A presto :-*
    la zia Consu

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    1. Ti assicuro che il fritto (che è sempre buono) non si sente proprio in mezzo a quel sughetto appetitosissimo. E in poco tempo digerisco tutto senza problemi! Ciao

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    2. Ciao io metto anche le patate tagliate a cubetti e fritte... X il resto tutto molto simile... E io sono di Catania! Complimenti

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  3. Non conoscevo l'origine della parola "caponata"... ma quanto buona è? Un bascio!

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    1. Troppo buona! Ci vuole un po' per preparare tutto, ma è facile da fare ... parola di principiante! Un caro abbraccio

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  4. Ma quanto è buona la caponata? L'ho mangiata un paio di volte ma non ho mai provato a farla, devo rimediare!

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    1. Provaci: se l'ho fatta io, puoi benissimo provarci tu. Ti assicuro che ne vale la pena!

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  5. Troppo buona!
    Un mio amico la mette dentro la pasta sfoglia tipo torta rustica!

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  6. Buonissima,uno dei piatti siciliani piu' belli!Da me non avanza mai,ed e' un peccato,perche' secondo me il giorno dopo e' ancora meglio!
    Complimenti,a presto.

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    1. E invece stavolta me ne sono avanzate un paio di cucchiaiate, e veramente il giorno dopo era ancora meglio!

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  7. la caponata è buonissima!
    piacere di leggerti, tornerò presto

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    1. Sarai sempre la benvenuta! Ho appena visto la tua (di Stefania) con le mele... interessante!

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